Il DAB+, cosa c’è da sapere con Carmelo Miuccio

Il DAB+ è l’argomento ricorrente nel mondo della radio. ma cosa c’è da sapere su quella che oggi rappresenta la nuova primavera dell’emittenza radiofonica?

Abbiamo contattato Carmelo Miuccio, tecnico di alta frequenza e con un know-how sviluppato in oltre 40 anni di attività.

Ecco le domande all'esperto sul dab+

Le risposte di Carmelo Miuccio

Che cos’è il DAB+ e come funziona la radio rispetto alla tradizionale radio FM?
Il DAB+ è uno standard di radiodiffusione digitale che consente la trasmissione sonora di programmi radiofonici ed è utilizzato in molti paesi del mondo, ma purtroppo non in tutti. Il sistema DAB+ in termini energetici è certamente più efficiente rispetto al “vecchio” sistema di radio analogica FM e permette di avere anche dei servizi aggiuntivi che con il tradizionale sistema FM non è possibile avere. Molto interessante, con il sistema DAB+, è la possibilità per un operatore di usare sempre la stessa frequenza (blocco di trasmissione) trasmettendo in modalità SFN in tutto il suo bacino di utenza. Un’altra caratteristica centrale del sistema DAB+ è quella di trasmettere un bouquet con la tecnica della multiplazione (MUX) del segnale,pertanto vi è la possibilità di far condividere a più segnali (servizi radio) lo stesso canale e di conseguenza più emittenti sono in grado di condividere lo stesso mezzo trasmissivo senza che vi sia nessuna interferenza tra di loro.

Da quello che sembra di capire ci sono alcuni punti di forza della radio DAB, tra questi si parla tanto di un “suono cristallino” e di alta qualità, ma è davvero così?
In ogni caso parliamo sempre di un suono compresso digitalmente anche se di buona qualità, ed è importante notare che comunque la qualità del suono dipende molto dal bitrate assegnato ad ogni programma audio. Certamente con il DAB+ non vi sono e non vi saranno mai i tipici frusci delle trasmissioni in tecnica analogica FM.

Con la radio DAB+ finalmente possiamo dire addio ai disturbi tra emittenti?
I disturbi tra emittenti FM sono un problema tipicamente tutto italiano che risale fin dalle origini delle prime radio “libere”. In pratica lo Stato italiano negli anni 70 si trovò impreparato nel regolamentare prontamente le trasmissioni radiotelevisive private e pertanto vi fu una esagerata e incontrollata nascita di nuove emittenti. Normalmente (se ben pianificate) le frequenze delle emittenti FM non dovrebbero interferire tra di loro. In genere, in tutti gli stati del mondo, le emittenti in FM si sentono bene e senza interferenze. Con una buona pianificazione delle frequenze non ci saranno mai, o comunque non ci dovrebbero essere, interferenze di rilievo a prescindere dal sistema di trasmissione utilizzato.

Quali sono i vantaggi della Radio DAB+?
Il più significativo è, nel lungo periodo, l’abbattimento dei costi di gestione per le singole emittenti. Un altro elemento degno di rilievo è che tutte le emittenti dello stesso bouquet hanno per forza di cose la medesima copertura. Per ciò che riguarda gli utenti invece, a mio parere, non dovrebbero concentrarsi molto sulla tecnologia, ma dovrebbero concentrarsi su cosa ascoltare. Se si riesce a dare agli utenti un esperienza di ascolto soddisfacente (anche con l’ausilio del DAB+) allora si sarà raggiunto lo scopo.

La radio in DAB+ soppianterà la radio FM?
Il DAB+ è semplicemente una tecnologia per la trasmissione radio broadcast. Personalmente auspico che possano convivere insieme FM e DAB+, ma potrebbe essere il mercato a decidere cosa rimarrà e per quanto tempo.

Nonostante il forte interesse di alcuni editore che stanno spingendo sulla “digitalradio”, ancora nel nostro paese il sistema non riesce a decollare?
 Oggi la radio è fruibile attraverso una moltitudine di mezzi diversi, la radio digitale è solo uno di questi mezzi. Oggi una emittente può essere ascoltata su satellite, su DVBT, HBBTV, in FM, in DAB+, in onde medie, in streaming su internet, attraverso aggregatori di streaming , ecc. … Da una parte si devono dare agli utenti delle valide motivazioni per acquistare un ricevitore DAB+, e dall’altra parte lo Stato dovrebbe accelerare ad assegnare i relativi blocchi di trasmissioni per la radiofonia locale nelle aree non ancora pianificate. Oggi i tempi sono ampiamente maturi in quanto si sta finalmente completando il refarming della banda 700 MHz che è stata destinata al 5G e di conseguenza, di riflesso, vi sono quindi oggi anche le frequenze disponibili nella banda terza che è quella usata dal DAB+ in Italia.

E’ già previsto uno switch-off come è successo per la TV?
NO. Sebbene si cominci a discutere su questa possibilità limitatamente per quanto riguarda la risoluzione di specifici problemi di interferenza trans-frontalieri con alcuni stati esteri, al momento lo Stato italiano non sembra voler perseguire questa strada su tutto il territorio italiano. Anche se, nell’ambito di una razionalizzazione globale (soprattutto energetica), non è possibile scartare a priori questa eventualità. Bisogna precisare che oggi , sia le radio locali e sia le radio nazionali si ritrovano ad avere delle infrastrutture in FM che hanno richiesto negli anni investimenti abbastanza importanti e che quindi non sembra auspicabile cancellare semplicisticamente con un colpo di spugna tutto quello che si è costruito fino ad ora.

Secondo Lei, quale sarà il futuro della radio di domani?
Probabilmente la radio del futuro sarà fruibile solo su IP. Internet è evidente che è il nostro futuro prossimo, ed è impossibile cercare di frenare questa tendenza, anche se devo sottolineare che è un futuro che non mi piace molto. Il broadcast per sua natura non è bidirezionale ed è un servizio unidirezionale del tipo “da uno a molti”. La radio quindi è libertà. Libertà di ascoltare ciò che si vuole, quando si vuole e nel più totale anonimato. Con internet tutto questo non è possibile in quanto ogni singolo utente può essere profilato e schedato. Se io su internet ascolto una radio politica o religiosa, o ascolto un certo tipo di genere musicale, lascio una traccia che può essere usata ai fini della profilazione di massa e francamente a mio avviso ciò è particolarmente inquietante. Quando George Orwell nel 1984 scrisse “Big Brother” probabilmente non avrebbe mai potuto immaginare che un giorno la fantasia avrebbe raggiunto e superato la realtà.

DAB+

Quando George Orwell nel 1984 scrisse “Big Brother” probabilmente non avrebbe mai potuto immaginare che un giorno la fantasia avrebbe raggiunto e superato la realtà.

Carmelo Miuccio

RESPONSABILE TECNICO DABSICILIA